Per gli impianti oggetto di studio, tra i più grandi d’Italia, non è possibile trascurare la probabilità di formazione di atmosfera esplosiva e la presenza di sorgenti di innesco e si è proceduto a valutare il rischio esplosione.
Il processo di trattamento delle acque reflue ha reso necessaria una duplice valutazione per tenere conto della possibile atmosfera esplosiva generata sia da gas infiammabili (biogas dato dalla fermentazione batterica, metano utilizzato da caldaie industriali, olio diatermico utilizzato quale fluido termoconvettore, idrogeno sviluppato in fase di ricarica di mezzi a motore elettrico) che da polveri combustibili (fanghi essiccati).
Lo studio è stato condotto a partire dalle conclusioni della classificazione delle aree a rischio esplosione per la presenza di gas infiammabili e polveri combustibili.
La valutazione del rischio esplosione è stata svolta ai sensi del Titolo XI, art. 294 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. seguendo la metodologia suggerita dall’INAIL.