Per poter valutare la fattibilità della realizzazione di un’area di “carrellamento” (Ferrocisterne piene) / “scarrellamento” (Ferrocisterne vuote), dove le ferrocisterne vengono prese in carico da un rimorchio adibito al trasporto di carri ferroviari, e vengono movimentate su gomma, è stata sviluppata un’analisi di un possibile ribaltamento della Ferrocisterna nelle fasi di carrellamento/scarrellamento.
Al fine di prendere in considerazione un eventuale ipotesi incidentale, ancorché caratterizzata da frequenze di accadimento inferiori a 10-6 occasioni/anno, è stato ipotizzato il ribaltamento della ferrocisterna con conseguente caduta della stessa dal carrello e perforamento del mantello con conseguente fuoriuscita di Cloro.
Nonostante l’estrema improbabilità del verificarsi di una foratura del mantello della ferrocisterna sono state definite specifiche misure di mitigazione.
Il Cloro evaporato verrà convogliato in uno scrubber per mezzo di un impianto di aspirazione. Tale corrente gassosa sarà inviata ad un impianto scrubber in cui verrà effettuato l’abbattimento del Cloro con l’impiego di una soluzione acquosa di Soda.
Sui lati corti della struttura telonata (testa e coda), lasciati aperti per far passare la ferrocisterna e il carrello verranno installate due lame d’acqua che serviranno a contenere la dispersione del Cloro all’interno della struttura. Le lame d’acqua saranno caratterizzate da una portata specifica pari a 50 l/min/metro lineare.
La rilevazione verrà effettuata per mezzo di rilevatori portatili in dotazione agli operatori di sicurezza, che procederanno, oltre all’attivazione delle barriere d’acqua, anche al bloccaggio della perdita per mezzo di cunei metallici, resine o fasce.