Lo studio si pone come obiettivo la verifica della idoneità del “sistema di esodo” in condizioni di emergenza, mediante simulazione supportata da idoneo codice di calcolo applicata a casi studio rappresentativi della realtà industriale in esame opportunamente individuati.
I casi studi rappresentativi sui quali procedere alla misura della adeguatezza del sistema di esodo vengono individuati sulla base degli scenari incidentali individuati nell’ambito della redazione del Rapporto di Sicurezza di Stabilimento ed in considerazione di situazioni di affollamento particolare della raffineria (con distribuzione specifica del personale ditte terze operanti nel sito).
La verifica viene effettuata mediante simulazione, con codice di calcolo specifico, delle prestazioni dell’intero sistema (vie di fuga, collettori principali di esodo, alternative, etc.) nella configurazione individuata dal caso studio rappresentativo. La verifica è da intendersi come strumento atto a fornire un quadro completo della efficienza e della efficacia del piano di evacuazione previsto dalla raffineria.
La simulazione viene effettuata utilizzando il codice di calcolo “EVACNET4”, versione per Microsoft© Windows© del codice di calcolo originario “EVACNET+”.
Vengono predisposti dei “casi studio” al fine di individuare situazioni rappresentative per il sito in esame: scopo di ciascun caso studio è caratterizzare il modello logico in ingresso al codice di calcolo impiegato per la simulazione in termini di numero e ubicazione del personale, capacità dei percorsi di esodo e loro lunghezza, influenza sul sistema di esodo in termini di indisponibilità di esso o porzioni di esso a seguito dell’accadimento di eventuali scenari incidentali rappresentativi del sito evidenziati dalla analisi di rischio condotta, etc.
In particolare sono state individuate due situazioni specifiche:
- caso base (rappresentante la situazione operativa tipica dell’esercizio della Raffineria), di seguito denominato CASO 1;
- caso di “fermata generale e grandi manutenzioni”, di seguito denominato CASO 2.